...al termine del bosco, raggiungiamo una splendida valle in quota ... increduli e stupefatti dalla bellezza del paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi...

Ti racconto la Patagonia

Nel 2009 siamo stati in Patagonia.
Era la prima volta per me, mentre Stefano era già stato nella Terra del Fuoco e al Perito Moreno. Questa volta abbiamo fato tappa più a nord: a Barilloche, la cosiddetta “Svizzera Argentina”. Sono stati 5 giorni meravigliosi: arrivati in aeroporto siamo stati accolti da un pulmino e dalla nostra mitica guida/Cicerone, una ragazza gentilissima che ci ha accuditi per l’intero soggiorno a Barilloche.
Era mattino, e subito siamo partiti per il nostro tour lungo le rive del lago Nahuel Huapi. La sera, stanchi ma appagati dal contatto con una natura ancora incontaminata, siamo arrivati alla nostra “cabaňa”. Era piccola, stupenda, sembrava la casa di Biancaneve, situata a Villa LA LANGOSTURA in un paese immerso totalmente nel bosco.
Questa zona è chiamata la Svizzera Argentina per le molte somiglianze che ha con il paese europeo tali somiglianze riguardano la produzione di un ottimo cioccolato, la presenza di molti laghi circondati da montagne e boschi di conifere, l’architettura e gli innumerevoli impianti e piste da sci. Il piano regolatore è molto rigido, tutte le case devono essere in legno e vetro e rispettare i canoni tipici degli chalet alpini.
Il secondo giorno la nostra infaticabile guida, ci accompagna in questo una riserva naturale integrale per ammirare lo splendido bosco di Arrajanes: arbusti di dimensioni colossali che in queste zone vengono utilizzati come legname per fabbricare le abitazioni. Impressionati dal suggestivo gioco di forme e colori ci lasciamo cullare dai profumi del bosco lungo il sentiero segnato obbligatorio.
Il giorno successivo ci becchiamo 4 ore di pulmino lungo una tipica, scomoda e polverosissima strada bianca al termine della quale scopriamo l’incantevole paesino di Traful. Il paese sorge sulla rive del lago omonimo, ameno luogo di villeggiatura estiva. Le acque sono cristalline e freddissime in estate, mentre d’inverno la coltre di neve rasenta i 2 metri di altezza. In un rustico quanto grazioso ristorantino ci deliziamo con le prelibatezze del luogo: Lillo si fa fuori l’hamburgher più grande del mondo, mentre io non dimenticherò mai la squisitezza della coppa di gelato con i frutti del bosco circostante. Quei lamponi appena colti mi rimarranno per sempre nel cuore!
Al ritorno ci fermiamo nell’ultima riserva degli indiani Mapuche. Questa famiglia rappresenta l’ultimo anello di eredi di una dinastia di Indios indigeni.
Il paesaggio è meraviglioso e la cavalcata che abbiamo fatto il giorno successivo è valsa l’intero viaggio dall’Italia. Panorami mozzafiato e galoppate lungo valli incantate ci hanno entusiasmato come non mai. Il gruppo si è ancora più affiatato nel condividere assieme queste meravigliose sensazioni. Le foto della cavalcata nascondono l’impressionante gioco di pendenze e piccole scarpate nascoste tra la vegetazione lussureggiante. La natura e le nostre cavalcature ci fanno godere di un piacevolissimo sali scendi come di montagne russe.
Al termine del bosco, raggiungiamo una splendida valle in quota ed increduli e stupefatti dalla bellezza del paesaggio che si apre davanti ai nostri occhi, ci lasciamo conquistare dall’ultima splendida galoppata prima della pausa pranzo.

San Carlos de Barilloche

San Carlos de Barilloche (detta anche semplicemente Barilloche) è una città dell'Argentina con una popolazione di circa 89.000 abitanti. Si trova nella provincia del Río Negro, nella Patagonia nord-occidentale, ai piedi delle Ande, sulle sponde del lago Nahuel Huapi, circondata dai monti Tronador, Cerro Catedral e Cerro López. È una famosa stazione sciistica ma offre anche altre attività quali sport acquatici, trekking e alpinismo. È nota come la Svizzera Argentina.
Il nome Barilloche deriva dal termine Mapuche Vuriloche, che significa "popolo che abita dietro la montagna" (furi = dietro, che = popolo).
Il passo Vuriloche era utilizzato dai Mapuche per attraversare le Ande e fu tenuto a lungo nascosto ai preti europei.
Fondata originariamente da austriaci, tedeschi e italiani provenienti in gran parte dalla provincia di Belluno intorno al 1895, prende il proprio nome da Carlos Wiederhold, il quale aprì un piccolo negozio in prossimità dell'attuale centro cittadino dopo aver attraversato le Ande dal Cile. Nelle lettere indirizzate a lui, veniva chiamato erroneamente San Carlos invece che Don Carlos, il che spiega il motivo per cui la città fu chiamata San Carlos de Barilloche. La città è inserita in un paesaggio dal tipico aspetto alpino.

fonte: Wikipedia

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